La storia della mela
Nella mitologia Greca Gaia, la Madre Terra, regalò a Zeus ed Hera un albero carico di mele d’oro nel giorno del loro matrimonio. Vigilato da Ladon, il serpente che non dorme mai, l’albero era stato posto nel giardino delle Esperidi, figlie della Stella della Sera. Le Mele d’Oro di quell’albero divennero il centro di tante, famose storie d’amore, tentazione e corruzione, passando dal rapimento di Elena di Troia, fino al racconto della sconfitta e conseguente matrimonio di Atlanta.
E, come si sa, la Storia non cambia : sia che si parli di Adamo, Iduna, delle Esperidi o di Avalon , l’idea che l’uomo ha del paradiso è rappresentata da un giardino in cui abbondano gli alberi da frutto: la loro irresistibile sensualità e la conseguente, calamitata seduzione.
Per quanto ci è dato sapere i nostri antenati sono sempre stati nnamorati della frutta : infatti è l’unico alimento – a parte il latte ed il miele – che la natura ci regala quanto è nella sua forma migliore e la mela, in tutto questo, ha una sua storia particolare : è da sempre associata a simboli anche estremi tra loro. Se da una parte la troviamo a simboleggiare l’amore, la bellezza, la fortuna e la salute, il conforto, e la saggezza, dall’altra la troviamo testimone di tentazione, sensualità e sessualità, virilità e fertilità.
Non stupisce, date le connotazioni sessuali, ma anche romantiche, che le mele venissero considerate l’ideale fine pasto : non solo avevano un sapore squisito ed aiutavano la digestione, ma venivano interpretate come potente afrodisiaco che preannunciava i piaceri del dopo pasto. Nessun dubbio quindi riguardo al fatto che le mele venissero considerate il miglior frutto che la terra potesse regalare e per questo assai ricercate: alberi di mele presero sin da allora il posto che gli spettava nei giardini dei potenti e delle personalità di tutto il mondo.
La storia della mela
8000 a.C. Le società nomadi, dopo aver scoperto l’agricoltura, iniziarono a vivere in luoghi fissi, lungo le fertili rive del Nilo, del Tigri e dell’Eufrate. Nello stesso periodo ebbero inizio le spedizioni di scoperta sia militari che civili, e l’albero del melo ben presto lasciò le foreste delle sue origini perchè il civilizzato mondo – allora il Kazakstan – lo potesse conoscere ed apprezzare. In questo nuovo , civilizzato mondo i semi delle diverse specie si mescolarono tra loro, creando entusiasmo negli agricoltori e allarme nei naturalisti.
6500 a.C. Alcune recenti spedizioni archeologiche hanno rinvenuto resti di alberi di melo negli scavi di Jerico, nella valle del Giordano, databili a quest’epoca.
5000 a.C. Feng Li, un famoso diplomatico cinese, abbandona la sua posizione di prestigio per dedicarsi al commercio e coltivazione di particolari innesti da lui stesso realizzati.
2500 a. C. Pezzi di mela disidratata vengono rinvenuti in una coppiera nella tomba della regina iraniana Pu – Abi, nella regione di Basara, collegando per la prima volta una casa reale a questo frutto particolare.
1500 a. C. Su una tavola, rinvenuta nel nord della Mesopotamia, è stipulato il contratto di vendita di un meleto da parte del propietario: un assiro di nome Tupkiyilla, per il prezzo di 3 pecore adulte.Le leggi Ittite prevedono una multa di 3 “shekel” per chiunque lasci bruciare un frutteto in caso di incendio, senza fare il possibile per salvarlo.
800 a.C. Nell’ Odissea Omero ricorda al vecchio padre il loro frutteto : “… i 12 alberi di pere si inchinavano sotto il peso della loro frutta matura, i dieci meli che sembravano carichi di fuoco, tanto intenso era il rosso dei loro frutti..”, e più avanti racconta di come Tantalo fosse tormentato dall’ irraggiungibile frutta che gli sovrastava il capo : “pere, melograni, fichi e succose mele…”
401 a.C. La storico e scrittore greco Xenophon è talmente ammaliato dai frutteti dell’ Impero Persiano, da decidere di stabilirvisi permanentemente, per poi coniare una nuova parola : dal greco pairidaeza – giardino o patio, con alberi da frutto – al latino paradisus, divenuto poi il nostro Paradiso.
323 a.C. Teophrastos descrive sei varietà di mele e il loro ciclo vitale : dalla cura dell’albero, alla fioritura, raccolta ed utilizzo.
200 a.C. Il Latino si fa strada tra i dialetti italiani, diventando una lingua utilizzata in ogni campo : biologico, legale, medico e religioso. La parola latina “fruor”- che significa “deliziarsi di /con” – diventa la nostra “Frutto”
100 a.C. Il poeta romano Orazio annota in uno dei suoi testi che l’Italia sembra essere diventata un unico, grande frutteto ed aggiunge che se il pasto perfetto deve iniziare con le uova, non può non finire con le mele. Le mele arrivano in Occidente grazie ale conquiste dell’Impero Romano, ed i Romani adottano le tecniche di coltivazione, conservazione ed uso di questi frutti dai Greci e dai Persiani. Poco a poco iniziarono ad esportare il melo e le mele in tutta l’Europa continentale, fino all’ Inghilterra,che fino ad allora non le conosceva.
50 a.C. Cicerone, autore, statista e filosofo raccomanda ai suoi concittadini di non getare i semini interni alla mela, poiche possono essere piantati e da lì si possono creare nuove coltivazioni.
50 d.C. J.M. Columella (uno spagnolo che vive a Roma), uno dei primi appassionati studiosi di coltivazioni di mele, nota che “ogni pianticella da frutto è in grado di dare una nuova ed unica coltivazione, ma che nessuna varietà, se non sottoposta ad esperimenti è in grado di sopravvivere a lungo” .
79 d.C. Plinio il Vecchio descive, nel suo “Naturalis Historia” ben venti tipi diversi di mela.
200 d.C. Galeno ed Ippocrate, i più famosi medici della storia greca raccomandano l’assunzione di mele dolci durante i pasti per aiutare la digestione, e di mele poco mature in caso di svenimenti o costipazione.
400 d.C Saint Jerome, fondatore del monasticismo, invita i monaci a concentrarsi nella semina e cura dei meli per evitare le insidie del diavolo.
650 d.C. Il Corano, codificato dal Califfo Utman, eleva la mela a “sublime dono di Dio”.
900 d.C. Un sacro dramma sciita,scritto da una società segreta di puristi musulmani, spiega come Maometto abbia raggiunto la vita eterna dopo aver inspirato il profumo di una mela che un angelo gli aveva portato. Curiosamente molti secoli dopo si disse che Aristotele aveva a lungo allontanato da se la morte, tenendo in mano una mela ed inspirandone costantemente la fragranza vitale. Solo alla fine, e coscientemente, abbandonerà la mela, per lasciare che la sua anima sia libera.
1100 : Alla scuola medica di Salerno si insegnano le qualità terapeutiche della mela, soprattutto riguardo la cura di polmoni, intestino e sistema nervoso.
1240 : Alberto Magno di Colonia, vescovo, naturalista ed influente filosofo discute nei suoi trattati dell’anima delle piante. Secondo lui l’unico modo di conoscere la natura è ricercarne i principi nascosti e non seguire alla cieca gli altrui trattati. Scartando il concetto scolastico secondo cui gli alberi dad frutto sono una mera produzione divina, Albertus proponeva un profondo concetto di sviluppo delle piante da antiche forme selvatiche. Questo secoli prima che Darwin arrivasse alle stesse conclusioni riguardo l’origine delle specie.
1470 : “La Caduta dell’Uomo”, un famoso dipinto di Hugo Van Der Goes, rappresenta in modo assai particolareggiato un melo, le foglie e i frutti, nel biblico Giardino dell’Eden (nonostante questa versione della creazione derivasse dalla mitologia greca). Da qui in poi tutti gli artisti sceglieranno la mela ed il melo come simbolo del Giardino dell’Eden, di Eva e di Adamo e l’albero del melo divenne il simbolo di monasteri e chiese.
1618 : William Lawson, dello Yorkshire, scrive “A new orchard and garden”, il primo libro in lingua inglese che parla degli aspetti pratici nella coltivazione della mela. Lawson -che aveva una profonda influenza sulle famiglie dello Yorkshire di alllora – asseriva senza alcun dubbio che la coltivazione di un frutteto fosse il miglior commercio ed un ottimo svago per l’uomo moderno.
1655 : Sir Isaac Newton vedendo una mela cadere e, chiedendosi come mai sia caduta in linea retta, trova l’ispirazione che lo porterà alla scoperta delle leggi gravitazionali e del movimento.
1790 : Thomas Andrew Knight, inglese, sperimanta il primo programa d’ ibridizzazione per lo sviluppo della coltivazione delle mele.
1904 : All’ inaugurazione dell’esposizione di St. Louis, l’allora direttore del “Missouri State Fruit Experiment” J.T. Stinson Proclamò “Una mela al giorno toglie il medico di torno”.
1929 : Edward Bunyard, autore dell “Anatomia del Dessert” scrive riguardo la mela : “E’ l’appagare il proprio sesto senso. C’è una certa gioia nell’addentare e rompere un tessuto vivo che ci riporta ai primi giorni della storia dell’Umanità”.
1945 : Viene realizzato un programma di studio sulla coltivazione delle mele dalle Università di Purdue e Illinois, per trovare rimedio alle devastanti malattie degli alberi, che in poco tempo rovinavano i raccolti. Venne utilizzata la maggiore quantità possibile di mele della migliore qualità, sottoposte a studi e ricerche sule varie tipologie di malattia. La soluzione si trovò quando si scoprì che agli inizi del 900 era stato prodotto un ibrido utilizzando la varietà Roma e la Malus Floribunda 821, una varietà poco più grande di un fagiolo, ma resistentissima a quasi tutte le malattie.
1988 : Il Consiglio di Difesa delle Risorse Naturali americano, alla ricerca di fondi, punta su una tattica allarmista : il famoso Grande Alar. Le uniche notizie che vengono date ai media riguardano la possibilità di residui chimici tossici nella produzione di mele già immessa sul mercato. La richiesta pubblica di mele crolla a picco, l’industria è paralizzata, i danni enormi. Era solo uno scherzo.
1989 : Grazie ad una ricerca della Cornell University viene introdotto in una gemma di melo un particolare gene antibatterico : l’albero sviluppa il gene ed è in grado di combattere la malattia legata a questo particolre battere. La biotecnologia si fa garante della salvezza dell’industria legata alla coltivazione di mele.
1993 : Viene realizzato il più grande meleto al mondo creato con meli geneticamente resistenti alle malattie, presso la Lynd Fruit Farm, in Ohio. Gli alberi, allora noti come HER4T16, passati poi al nome di “co-op 38”, produssero la famosa varietà Goldrush. É il primo successo del Programma di studio iniziato agli inizi del secolo.
1998 : Mitch Lynd, ed il suo socio Ed Fackler fondano la “Mid West Apple Improvement Association” – una associazione che si dedica allo studio e sviluppo di alberi e varietà resistenti alle malattie (dalle muffe ai parassiti, dalla scabbia alla ruggine, perfino alle gelate primaverili), permettendo di evitare l’utilizzo di pesticidi, funghicidi, antibiotici, etc..
2000 : I ricercatori dell’ Università della California scoprono che la mela ha – rispetto alle altre varietà di frutta – un’ elevata concentrazione di agenti anti-ossidanti.