Guglielmo Tell: tra leggenda e realtà
Come spesso accade agli eroi medievali, il personaggio di Guglielmo Tell è avvolto da leggenda e mistero. Eletto eroe nazionale svizzero, si pensa sia vissuto tra il XIII ed il XIV secolo, sebbene sulla sua reale esistenza ci siano ancora numerosi dubbi.
Narra la leggenda che la famiglia Tell vivesse nel Canton Uri, precisamente a Burglen, dove Guglielmo e la famiglia vivevano per lo più di caccia. Abilissimo in questo Guglielmo si distingueva dagli altri cacciatori per l’abilità nella caccia con la balestra.
Secondo la leggenda nel 1307 il locale amministratore dei beni della famiglia degli Asburgo, tale Gessler, fece erigere nelle terre dell’ Impero il “Cappello Imperiale”. Nelle principali piazze svizzere apparve quindi questo simbolo dell’autorità, davanti al quale tutti i passanti si dovevano inchinare, pena la confisca di tutti i beni materiali e il rischio di condanna a morte per delitto di lesa maestà.
Il nostro eroe, passando per la piazza principale di Burglen commise proprio questo errore, e non si inchinò davanti al cappello asburgico. Venne quindi citato e dovette comparire davanti ad un tribunale pubblico, allestito nella piazza e presieduto da Gessler stesso.
Tell venne condannato a morte, ma Gessler gli propose uno scambio: poteva aver salva la vita se, data la sua abilità con frecce e balestra, fosse stato in grado di centrare una mela posta sulla testa del figlioletto. Tell ovviamente accettò, e riuscì nell’impresa: colpì la mela con una sola freccia, ma gli venne trovata una seconda freccia, nascosta nella giacca, destinata ad uccidere Gessler nel caso la prova non fosse riuscita.
L’ira dell’amministratore causò l’incarcerazione di Tell, che venne immediatamente arrestato e condotto verso la prigione di Kussnacht, costruita su un isolotto nel mezzo del lago di Zugo. All’improvviso, durante la traversata, una tempesta si abbattè sul lago: Tell (che oltre che abile balestriere era anche abile timoniere) convinse i suoi carcerieri a liberarlo, per poter portare in salvo la barca. In effetti in pochi istanti Guglielmo Tell portò la barca sulla sponda del lago, approfittandone per sfuggire alla guardie.
Per tre giorni si nascose tra i boschi che circondavano il lago, ed il terzo giorno, appostatosi lungo la via che portava a Zurigo, ebbe l’occasione di uccidere Gessler, e non se la fece sfuggire.
La leggenda prosegue narrando di come i popoli svizzeri, venuti a conoscenza delle gesta di Tell, insorsero contro gli amministratori asburgici, liberando la Svizzera dagli Imperatori nel 1315. Si narra che Tell abbia preso parte alla battaglia finale contro l’esercito degli Asburgo nei pressi di Morgarten. Fedele alla leggenda che lo vide come simbolo di ribellione contro il potere, a difesa del popolo svizzero, si racconta che Guglielmo Tell perse la vita nel 1354, nel tentativo di salvare un bambino caduto nelle acque dello Schachen in piena.
Nonostante non sia certa l’esistenza storica di questo personaggio, certa è invece la fama e l’attrattiva che le sue gesta hanno generato soprattutto nel mondo dell’arte e della letteratura. Di lui hanno narrato in forme diverse i più grandi autori ed artisti del XIX secolo, tra cui Friederich Schiller (Wilhelm Tell, 1804) e Gioacchino Rossini (Guglielmo Tell, 1829).