Fave secche
Ricche di vitamine, gustose e perfette per rivitalizzare il proprio organismo. Lunga vita alle fave secche, legumi dall’antica tradizione e le cui proprietà nutritive sono oggi sempre più apprezzate. Consigliate dai nutrizionisti, amate anche dagli chef più rinomati, si tratta di legumi poveri ma al tempo stesso nobili. Poveri perché usati anticamente come importante – e a volte unica – fonte di energia per i gravosi lavori manuali.
Nobili perché a dispetto del bassissimo apporto calorico – che le rende perfette per la prova costume -, vantano numerose proprietà indispensabili per la salute: sali minerali, fibre, ferro, potassio, magnesio, rame, selenio. Sono inoltre provviste di L-dopa, un amminoacido in grado di aumentare la quantità di dopamina nel cervello.
Da sempre coltivate nell’area della Murgia, le fave secche sono un alimento semplice che la natura ci regala e che riescono a stupirci grazie a meravigliose pietanze in cucina. Se ne trovano di diverse in commercio, con buccia o senza, e sono perfette per zuppe, purè, creme, vellutate, insalate e minestre.
Protagoniste di molte ricette della cucina popolare, soprattutto del sud Italia e in particolare della Puglia dove vengono proposte in abbinamento alle cicorie, le fave secche sono un prodotto che vale sempre la pena tenere in dispensa, per quando ad esempio abbiamo voglia di legumi saporiti, diversi dal solito e da preparare in tanti modi differenti. Si possono infatti mangiare sole o accompagnate ad altri legumi, come i fagioli, le lenticchie o i ceci, fino all’abbinamento con il farro, al risotto con fave fresche e anche all’irrinunciabile piatto di fave e guanciale.
E poi sono perfette per preparare sughi con cui condire la pasta insieme a dell’ottimo pecorino. Insomma, con le fave secche avrete solo l’imbarazzo della scelta e potrete scatenare la vostra fantasia sorprendendo i vostri ospiti e famigliari con tanti e squisiti piatti nuovi.
Non solo in Italia. Le fave secche sono amate molto anche in Grecia (famoso è il purè di fave con capperi e limone), in Sudan (qui le fave macinate sono l’ingrediente principale delle tamayya, delle polpettine vegetariane simili alle falafel che possono essere consumate anche all’interno di panini o come spuntino), in Egitto e in Turchia.
A seconda della ricetta, per cucinare le fave secche è indispensabile partire da una lunga fase di ammollo, che ci permette di reidratarle e ammorbidirle prima di usarle per le nostre pietanze. Le fave secche andranno dunque inserite in acqua tiepida da ricoprirli interamente e mescolata con un pizzico di bicarbonato.
Se le fave secche sono con la buccia, è necessario lasciarle in acqua per circa 12 ore, se sono invece senza, basta una notte e saranno pronte da cuocere la mattina successiva. Anche la cottura è piuttosto lunga, ci vorranno un paio d’ore a seconda di quanto le vogliamo morbide. Una volta cotte saranno pronte per l’uso, e state certi che il tempo impiegato vi ripagherà, facendo la gioia anche dei più piccoli